Chiara Pavan

Chiara Pavan biografia

Chiara Pavan nasce a Verona nel 1985 e inizia a muovere i primi passi in cucina mentre studia Filosofia all’Università di Pisa. A 25 anni, ottenuta la laurea e successivamente la specializzazione, si iscrive a una scuola di cucina e fa della ristorazione la sua professione.

Ha lavorato Da Caino con Valeria Piccini, allo Zum Löwen in Alto Adige, seguendo uno stage all’Osteria Francescana. Tutte esperienze formative che l’hanno portata a gestire, dal 2017, il ristorante stellato Venissa a Burano in collaborazione con Francesco Brutto. È stata nominata migliore Chef donna Italiana per le Guide de L’Espresso 2019 e nel 2020 Miglior chef donna per la guida Identità Golose.

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In breve tempo ha spiccato il volo ottenendo numerosi riconoscimenti: il segreto del suo successo? Coraggio, curiosità e sostenibilità che le sono valsi Stella Michelin per il ristorante Venissa e anche la Stella Verde Michelin 2022 per le pratiche di cucina sostenibile.

 

Chiara Pavan chef “ambientale”

Il talento di Chiara Pavan chef affonda le radici nel suo passato. Sfogliando l’album di famiglia, infatti, emerge come suo primo ricordo in cucina quello in cui, in braccio al padre, osservava le anguille muoversi nel lavandino di casa. Una volta cucinate dal papà ne ha apprezzato la bontà.

 

L’ingrediente preferito per i suoi piatti sono le verdure. «Amo anche usare il latte: per fare lo yogurt, le cagliate, dei ripieni, mi piace molto la pasticceria. Il latte in questo momento va pochissimo di moda perché tutti vogliono inspiegabilmente preparazioni senza lattosio. A me invece piace moltissimo». Come strumento preferito sceglie le fruste (senza le quali impazzirebbe) mentre ciò che non deve assolutamente mancare in cucina per Pavan Chiara è la pasta.

 

Lei stessa definisce la sua cucina “ambientale” perché legata molto al territorio che la circonda.

 

Chiara Pavan cucina a km 0

La cucina per lo chef Chiara Pavan è uno stile di vita. Tutto nasce dal suo orto che cura con amore e senza il quale non riuscirebbe a concepire e sviluppare le sue ricette. Una cucina ispirata al territorio in cui il km zero e la sostenibilità sono i concetti alla base delle sue scelte quotidiane.

 

Il rispetto per l’ambiente si traduce nell’ampio uso di vegetali e nella drastica riduzione della proteina animale. La carne, per esempio, è stata del tutto eliminata dal menù a favore di preparazioni come il tempeh. Un prodotto ottenuto tramite la coltura di una muffa che, sprigionando sentori di sapidità, rimanda ai sapori della carne e delle sue cotture.

 

Non solo, la chef ha deciso di segnare una svolta in cucina applicando una filosofia plastic-free che vuol dire eliminare la pellicola e sostituirla con contenitori ermetici e sacchetti sottovuoto. Anche in questo caso si lavora con contenitori, scatole e metodi alternativi come la cera d’api o la fermentazione per le verdure.

 

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Un’idea sostenibile di cucina che porta a tavola innovazione, sperimentazione e gusto.

 

Chiara Pavan FBIG

 

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