“Amo la cucina regionale, differenziare i confini dei prodotti e dei piatti della nostra immortale cucina”, spiega.
“Nel 2015 fui chiamato da Paolo Barale e mi illustrò il progetto aeroportuale dei Feudi di San Gregorio del bistrot all’interno dell’Aeroporto Internazionale di Capodichino, posizione che ricopro attualmente in qualità di resident chef. Mi fu chiesto di far da mangiar bene e veloce, sfatare il mito del fast food, con pietanze rivolte a tutto il mondo, gestendo flussi esorbitanti fino ad arrivare a 12 milioni di passanti all’anno. Una grande sfida!”
Cucinare come atto d’amore, questo è il principio da cui nasce la sua filosofia. Sin da quando ha cominciato ad aiutare sua mamma con le pastiere e sua nonna con gli gnocchi.
“Trattare bene la materia prima, appassionarsi e poî innamorarsi del proprio lavoro, osservare nel quotidiano le simmetrie, le forme e i colori che ci circondano e trasformarli nelle loro avventurose creazioni, in fondo… siamo artisti anche noi”.